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Indipendentismo = chiusura?

Uno dei più diffusi steorotipi anti autodeterminazione è la vera e propria diffamazione che indica nell’indipendentismo il vettore di chiusure egoistiche.

La più grande manifestazione europea a favore dell’accoglienza dei rifugiati si è svolta sabato scorso a Barcellona. A riempire le strade 160mila persone, secondo la polizia urbana.

Le stesse che da anni danno prova di grande mobilitazione in favore del diritto all’autodeterminazione e dell’indipendenza catalana.
Il motto della manifestazione “Basta scuse, accogliamoli ora” è stato corredato da decine di altri concetti molto chiari, sia sotto l’aspetto della solidarietà internazionale che sotto quello indipendentista: “Casa nostra, casa vostra”, “la repubblica dell’uguaglianza”, “la repubblica libera dalla xenofobia”. Nel mentre un’imbarcazione solcava il tratto di mare davanti alla spiaggia barcellonina con la scritta “open arms”.

La manifestazione è nata dalla necessità di fare pressione sul Governo catalano affinché aumenti le quote dei rifugiati da poter accogliere. La Generalitat da parte sua ha risposto che queste decisioni competono allo Stato spagnolo che si rifiuta di concedere deroghe o maggiore autonomia decisionale alla Catalogna. L’ipotesi di disobbedire alle decisioni dello Stato in questo campo, non scartata a priori, non può essere presa in considerazione in quanto si esporrebbero gli accolti a scoperture legali e a problemi burocratici portatori di ulteriori difficoltà.

La Catalogna impegnata nel processo indipendentista, piaccia o meno, è la stessa Catalogna che mobilita centinaia di migliaia di persone per aprire le porte catalane ai rifugiati.
Ennesima dimostrazione che gli indipendentismi democratici europei rappresentano già una valida alternativa alla burocrazia dell’Unione Europea, agli egoismi statali e alle varie gradazioni di movimenti populisti o xenofobi.

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