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Kurdistan, il Tribunale Supremo iracheno sospende il referendum d’indipendenza

Il presidente del governo semiautonomo della parte del Kurdistan amministrata dall’Iraq assicura che, dovendosi celebrare il 25 settembre, “è ora troppo tardi per sviluppare un’alternativa al referendum”. Il Tribunale Supremo, con sede a Baghdad, si è pronunciato sulla petizione di due deputati turcomanni del parlamento iracheno che avevano sollecitato la sua opinione sulla legalità della consultazione: il referendum è stato dichiarato illegale.

Il presidente del governo autonomo del Kurdistan Meridionale, Masoud Barzani, ha dichiarato ieri in un grande evento pubblico che “ora è troppo tardi per ipotizzare un’alternativa”, rispondendo all’invito del Dipartimento di Stato statunitense che raccomandava al governo locale di non realizzare la consultazione per non destabilizzare la lotta contro l’ISIS.

Il presidente turco Erdogan e il primo ministro iracheno Haider al-Abad hanno confermato che si riuniranno a New York dove questa settimana avrà inizio l’assemblea generale dell’ONU per parlare del referendum del 25 settembre. Proprio l’ONU nei giorni scorsi si era unita a Turchia e USA nella richiesta di annullare il referendum. Il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si era rivolto ai politici dell’area inviando a non correre il rischio di azioni unilaterali che potessero esporre l’Iraq al pericolo della disgregazione territoriale e alla perdita della sovranità.

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