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Le ricadute economiche della presenza militare. Il caso di Pratosardo

Il senatore eletto in Sardegna Roberto Capelli è preoccupato per il destino della caserma di Pratosardo. Si è appena dichiarato pienamente soddisfatto per il fatto che il Ministro della Difesa italiano ha replicato alla sua interrogazione parlamentare affermando che la presenza militare in Sardegna è importante ed ha anche una ricaduta economica. Positiva, negativa, non è dato sapere. Non solo, il ministro ha confermato che la caserma di Pratosardo sarà in tempi brevi occupata da personale delle Forze Armate: è stata costruita con soldi pubblici e va resa operativa.

Ricordo un recente articolo giornalistico in cui esponenti dei sindacati italiani in Sardegna auspicavano l’immediato arrivo dei militari qualificandolo come “grande opportunità” per il centro Sardegna.

Oggi a pranzo il TG di Videolina ci ha raccontato come i parroci nuoresi, coadiuvati da vari volontari, abbiano dovuto attivarsi per aprire una comunità-alloggio per i troppi indigenti senza tetto – sardi – presenti nel capoluogo barbaricino.

Quanti posti letto ha la caserma di Pratosardo? Duecentocinquanta? Mi chiedo, si potrebbe utilizzare quella struttura per restituire un briciolo di dignità ai sardi in difficoltà, per evitare atti disperati di persone che nel mezzo della loro vita si vedono senza possibilità di riscatto, per creare occasioni sociali e creative per tamponare, magari solo temporaneamente, il disagio e la mancanza di prospettive?

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