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Referendum Catalogna – Notizie del 29 – 30/10/2017

30-10-2017 16:45 Il vice presidente del Senato: “se l’indipendentismo vincerà il 21 dicembre applicheremo nuovamente il 155”. “Se non verrà rispettata la legalità chiederemo al nuovo governo di rispettarla e riapplicheremo l’articolo 155 della Costituzione”. Pedro Sanz ha affermato “abbiamo dimostrato di essere capaci di dare risposta ad una situazione che ha a che fare con la coesione, l’unità della Spagna, la convivenza e lo stato di diritto”.

30-10-2017 14:25 Il presidente Carles Puigdemont è a Bruxelles. Assieme ad altri membri del Governo catalano starebbe incontrando diversi leader delle Fiandre, come conferma il governo spagnolo. Secondo diverse fonti Puigdemont sarebbe in un “luogo sicuro e discreto” e avrebbe in programma una conferenza stampa per questo pomeriggio o domattina.

Il Belgio come sede del governo catalano in esilio? Alcuni esponenti indipendentisti hanno proposto come sede di un eventuale governo catalano in esilio la città di Perpignano, nella Catalogna Nord, attualmente amministrata dalla Francia. Fonti belghe come il diario Le Soir o la RTBF (Radio Televisione francofona) hanno riportato invece la proposta del politologo e professore dell’Università Cattolica di Leuven (KU Leuven) Bart Maddens che ha chiesto che il governo catalano si stabilisca in Belgio nel caso in cui debba scappare dalla Catalogna. “Il Belgio sarebbe una scelta ovvia, è il paese che più simpatizza con il movimento indipendentista catalano”, ha detto il politologo, che ha sottolineato che “è l’unico dei paesi del mondo e di Europa che ha denunciato” le violenze della polizia durante il referendum del primo ottobre per bocca del primo ministro Charles Michel. In questo senso Maddens ha definito come “ipocrita” il comportamento dell’UE riguardo ai valori “dei diritti fondamentali, della democrazia e della libertà di espressione. Quando questi diritti si calpestano fuori dall’Europa l’UE è la prima a condannare, ma quando questo succede nelle sue frontiere, guarda da un’altra parte”. Il professore, dichiarato nazionalista delle Fiandre, dice che “il referendum è legittimo anche se fosse stato illegale”.

Reazioni delle forze politiche belghe all’ipotesi di asilo politico del governo catalano. Secondo il canale spagnolo La Sexta il presidente catalano Puigdemont e cinque dei suoi ministri si trovano a Bruxelles e vogliono chiedere asilo politico al Belgio. Il gruppo politico Ecolo-Groen ha chiesto al presidente del Parlamento Siegfried Bracke (NVA) di convocare il primo ministro Charles Michel affinché possa illustrare la posizione del suo governo rispetto alla crisi catalana perché il comportamento di “una componente del governo” potrebbe esporre il paese a gravi conseguenze internazionali.
Elio Di Rupo, presidente del Partito Socialista belga ha detto che “è urgente che Charles Michel fornisca delle spiegazioni sulla probabile visita della delegazione di Puigdemont a Bruxelles, ne va della credibilità internazionale del Belgio.
Il partito CDH chiede “il ministro Francken sapeva dunque che Puigdemont avrebbe chiesto asilo politico? Il primo ministro Michel accetta di giocare nel campo di NVA? Gravissimo. Dovrebbe mettere un punto, basta con questa complicità con i politici indipendentisti catalani!”

Puigdemont è in Belgio ma non per chiedere asilo politico, dice il suo avvocato. Il presidente catalano ha preso contatto in Belgio con un avvocato belga Me Paul Bekaert, esperto di questioni di asilo politico, difensore in passato di baschi ‘spagnoli’ presunti membri di ETA. Alle domande della TV fiamminga VRT Bekaert ha risposto che Puigdemont non si è recato in Belgio per chiedere asilo, su questo piano niente è stato ancora deciso. L’avvocato ha sottolineato che questo primo contatto è servito a prepararsi giuridicamente a quello che sarà il comportamento di Madrid nei confronti dei suoi clienti.
“Gli ho parlato personalmente in Belgio, mi ha designato formalmente come suo avvocato. Ho una lunga esperienza, più di 30 anni, nel campo dell’estradizione e dell’asilo politico di baschi ’spagnoli’ ed è probabilmente sulla base di questa esperienza che mi ha contattato”. Oltre a militanti baschi l’avvocato ha difeso attivisti dell’organizzazione di estrema sinistra turca Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo.

30-10-2017 14:20 Ada Colau: “Sarebbe stato meglio se le elezioni fossero state convocate dal Governo catalano. La situazione di oggi è un disastro, l’unica soluzione sono le elezioni del 21 dicembre. credo che dopo il gesto forte di venerdì (dichiarazione di indipendenza) i cittadini meritino delle spiegazioni. Non sappiamo quale sia la posizione del Governo giuridicamente sciolto. Dobbiamo recuperare l’autogoverno e difendere le istituzioni catalane. Dobbiamo parlare di proposte politiche reali. L’opzione di un referendum concordato sta prendendo quota ed è quello che abbiamo sempre difeso. Dobbiamo lavorare tutti perché tutto possa funzionare con la massima normalità. Non so se Podem si presenterà in coalizione con Catalunya en Comù ma è meglio creare alleanze. Non prendo in considerazione una mia candidatura alla presidenza della Generalitat. La cosa migliore in questo momento è che tutti partecipino alle elezioni del 21 dicembre. Dobbiamo produrre programmi e prendere impegni, siamo in una situazione di incertezza. C’è una grande maggioranza che non vuole la via unilaterale che non porta a niente. C’è una grande maggioranza che vuole un referendum concordato.

30-10-2017 13:25 Esquerra fa un appello: “consolidiamo questa fragile Repubblica”. Di fronte all’offensiva dello Stato che ha sciolto il Governo e il Parlamento, ERC fa un appello “a consolidare questa fragile repubblica”. Dopo la riunione della direzione del partito il portavoce Sergi Sabrià ha ammesso che la Repubblica non ha la forza sperata. Afferma che se si celebreranno delle elezioni, nonostante siano una trappola, bisognerà essere presenti in qualche forma per trasformare le elezioni un un consolidamento della Repubblica catalana. ERC non chiarisce se si presenterà o meno in elezioni che considera “illegittime, una trappola sotto forma di elezioni, ma bisogna confrontarcisi. Saremo presenti e cercheremo il modo migliore per trasformarle in un’opportunità per il consolidamento della Repubblica. Ai catalani non fanno paura le urne, lo Stato vuole giocare su un terreno che è nostro”. ERC chiede di essere aperti senza preconcetti a varie soluzioni. “La Repubblica non ha la capacità di imporsi sull’occupazione illegale delle nostre istituzioni”. In questo senso Sabrià ha fatto appello alla forza della gente affinché “la ragione si imponga sulla forza dello Stato”.

30-10-2017 12:35 Il Magistrato Generale dello Stato: “Per promuovere la giustizia sporgiamo denunce contro i responsabili della Generalitat per ribellione, sedizione e malversazione”.

30-10-2017 11:45 Avviso di Junqueras: “Prenderemo decisioni che non saranno facili da capire”. Secondo il vicepresidente catalano Oriol Junqueras (ERC) è “imprescindibile tessere solide alleanze con tutti quegli attori sociali ed economici che hanno la decisa volontà di costruire uno Stato al reale servizio della cittadinanza. Abbiamo già iniziato il cammino e abbiamo constatato che ci metteranno ogni tipo di ostacolo davanti, che renderanno tutto molto difficile, che non risparmieranno risorse per farci sbagliare, ci potranno essere momenti di incertezza, di dubbi o di contraddizioni tra quel che vogliamo e quello che scegliamo di volta in volta per arrivarci”. “Non abbiamo altra opzione che procedere, sommare forze, condividere tristezze e allegrie, fallimenti e speranze, saper incassare i colpi e rialzarci, senza rinunciare mai alle urne per convalidare la Repubblica”. Secondo il vice presidente catalano la forza dell’articolo 155 deve servire per “perseverare ed essere sempre più forti, con azioni civili e atteggiamento pacifico. il coraggio che ha dimostrato questo paese in questi giorni è così forte che prima o poi finirà per tradursi nel consolidamento della Repubblica catalana, piena e realmente giusta e democratica. Abbiamo vissuto un processo di involuzione dell’autogoverno da anni e ogni decisione del governo spagnolo ha avuto la volontà manifesta di danneggiare la società catalana”. Junqueras ricorda che il governo catalano ha provato a parlare con Rajoy “per terra, mare e aria” ma “non ha mai risposto, abbiamo sempre incontrato lo stesso muro di incomprensione. Il governo spagnolo ha sempre imposto alla Catalogna una subordinazione arbitraria e capricciosa, da sottomissione. Hanno risposto al malessere catalano con arroganza viscerale. La Repubblica Catalana è nata, non con la forza che volevamo ma con la legittimità delle urne. Abbiamo visto che la causa che difendiamo ha poco a che vedere con le bandiere ma molto con i diritti sociali e politici di tutti”.

A tarda sera Oriol Junqueras, vicepresidente catalano dichiara: “Sono i cittadini che eleggono i governi e i decreti non li destituiscono. La nostra intenzione è continuare a servire sempre il paese. Le elezioni del 21D sono un’opportunità in più per far sentire la nostra voce. Tutte le elezioni sono un’opportunità. Sto continuando a lavorare, oggi mi sono riunito con Turull, Mundò, Romeva e Rull (ministri). Ci mettono delle limitazioni di traverso. Le denunce che riceviamo hanno un’intento politico molto chiaro, vogliono intimidire. Io non smetterò di difendere quello che credo sia giusto a prescindere dal fatto che mi vogliano mettere in carcere per 30 anni. Non abbiamo rinunciato a difendere questa idea di democrazia quando eravamo minoritari, non smetteremo di farlo ora. Sull’asilo politico del governo catalano il Presidente si spiegherà domani. I campioni delle urne siamo noi. Al lavoro affinché questo paese esca da questa situazione”.

30-10-2017 07:45 La presidente Carme Forcadell è arrivata al Parlamento accompagnata del suo avvocato. Per lo Stato spagnolo Forcadell è ufficialmente destituita dal suo incarico e quindi non dovrebbe recarsi a lavoro. I Mossos d’Esquadra all’ingresso del Parlamento la salutano sull’attenti. Anche il ministro catalano delle infrastrutture Ricard Font, il ministro del Territorio Josep Rull e la direttrice del Coordinamento Interdipartimentale, Elsa Artadi, si sono recati regolarmente presso i loro uffici di lavoro. Il ministro degli interni spagnolo Zoido invita via Twitter i ministri catalani ad essere “sensati” e a non portare “altri funzionari pubblici al precipizio”.

30-10-2017 07:30 Gruppi di cittadini si stanno incontrando sotto le sedi istituzionali dei ministeri e della radio pubblica catalana per difenderli da eventuali interventi dello Stato spagnolo. “Siamo disposti a scendere in strada ogni giorno”, afferma uno di loro.

30-10-2017 07:30 Podemos interviene su Podem e isola il suo segretario. Gli organi decisionali di Podemos spagnolo si sono accordati per mettere sotto controllo Podem Catalunya, l’affluente catalano del movimento, a causa delle dichiarazioni contrarie alle elezioni indette da Rajoy in Catalogna per il 21 dicembre pronunciate dal segretario catalano Dante-Fachin. Podemos organizzerà un referendum interno tra gli aderenti catalani affinché si possano esprimere in merito alla candidatura di Podem alle prossime elezioni indette grazie al commissariamento dell’autogoverno catalano e allo scioglimento dei suoi legittimi organi istituzionali eletti democraticamente. La preoccupazione di Podemos è che Podem si allinei alle formazioni indipendentiste che supportano la Repubblica catalana. Secondo Fachin il segretario spagnolo Iglesias gli avrebbe chiesto di dimettersi.

Podemos espelle il settore anticapitalista che riconosce la Repubblica. Il segretario generale di Podemos, Pablo Iglesias, considera fuori dal movimento la corrente anticapitalista che ha riconosciuto “la nuova repubblica catalana”. Iglesias difende la decisione della direzione del partito di prendere il controllo della sua sezione catalana dopo le tensioni tra il segretario catalano Fachin e la direzione di Podemos sulla strategia circa il referendum di indipendenza. L’ultimo strappo è avvenuto con le dichiarazioni di Fachin sulla non opportunità di candidare Podemos alle elezioni del 21 dicembre convocate da Rajoy grazie all’articolo 155. “Sono posizioni legittime, afferma Sanchez, ma sicuramente sono più vicine ad altre opzioni politiche rispetto a Podemos, le alleanze elettorali le decidono gli iscritti”.

30-10-2017 07:30 Il ministro dell’Immigrazione belga contempla l’asilo politico per Puigdemont. Il ministro  Theo Francken ha spiegato ieri che il suo paese potrebbe concedere asilo politico al presidente catalano Carles Puigdemont sotto sua richiesta perché potrebbe subire ingiustizie da parte dello Stato spagnolo che potrebbe arrestarlo. “Non è una cosa impossibile”, ha detto Francken in una intervista. Il ministro belga è cosciente dei possibili conflitti diplomatici con la Spagna a causa di questa iniziativa. Da parte sua il primo ministro belga Charles Michel ha chiesto al suo ministro di non mettere altra legna sul fuoco.

30-10-2017 07:30 Israele non risponde alle richieste spagnole di pronunciamento contro la Repubblica catalana. Il Governo spagnolo sta spingendo affinché il governo israeliano presieduto da Benjamin Netanyahu prenda posizione contro il riconoscimento della Repubblica catalana. L’ambasciatore spagnolo Manuel Gomez Acebo si è rivolto in questo senso sia al gabinetto del primo ministro come al Ministero degli Affari Esteri israeliani. Lo sostiene il Jerusalem Post che aggiunge che tutti gli elementi portano a pensare che difficilmente il governo israeliano si muoverà da questa posizione di neutralità.

30-10-2017 07:30 Il presidente del Parlamento valenciano: “il PP porta in tribunale tutto ciò che non può vincere nei parlamenti”. Secondo Enric Morera “il partito di Mariano Rajoy vuole mettere fuori legge tutti coloro che non la pensano come lui”. Il Presidente delle Corts Valencianes e del partito di sinistra ecologista valencianista Bloc Nacionalista Valencià sostiene che il PP applica arbitrariamente la Costituzione spagnola ma il valencianismo è cosciente di come la destra spagnola si sia spesa per evitare che il Pais Valencià avesse uno Statuto di Autonomia di primo livello”. Morera ha denunciato la costante giudizializzazione e ha invitato a non sentirsi inferiori alla destra “pre democratica”. “Il senso di inferiorità dei valenciani nei confronti della destra spagnola ha fatto sì che per anni si abbiano avuti governi PP corrotti che hanno destrutturato lo stato sociale e hanno affossato il debito pubblico”. Morera ha anche criticato il sostegno del PSOE al PP nell’applicazione dell’articolo 155 contro le istituzioni catalane.

30-10-2017 Bilbao, manifestazione sabato 4 novembre contro l’articolo 155. Rappresentanti di forze politiche, sociali e sindacali hanno annunciato in conferenza stampa questo pomeriggio una manifestazione contro l’applicazione dell’articolo 155 in catalogna, a favore della democrazia e del diritto a decidere. Tra le firme della convocazione i sindacati ELA e LAB, la coalizione della sinistra indipendentista EH Bildu e l’organizzazione civica Gure Esku Dago. I promotori dell’iniziativa descrivono come “illegittima” la destituzione del governo catalano e non riconoscono “l’usurpazione” delle competenze da parte dello Stato. Allo stesso modo non accettano lo scioglimento del Parlamento e ricordano che la Camera è depositaria della sovranità democratica della cittadinanza catalana. La manifestazione partirà alle ore 17 dalla Casilla e difenderà il concetto che qualsiasi soluzione al contenzioso passa per il rispetto dei diritti civili e politici, ha radici nella democrazia e rispetta il diritto a decidere.


29-10-2017 Il Governo spagnolo si rifiuta di commentare le dichiarazioni istituzionali di Puigdemont: per la Generalitat sono dichiarazioni istituzionali mentre per lo Stato spagnolo non hanno alcun peso politico in quanto proferite da un ex presidente cessato dalle sue funzioni. Per Madrid le azioni di Puigdemont da ora sono oggetto della sola analisi giudiziaria.
Questi piccolissimi passi di sovranità e di disobbedienza democratica sono i mattoni dell’effettiva indipendenza. Ogni ora che passa è una vittoria per la Repubblica catalana. Finché le istituzioni catalane sapranno o potranno resistere e agire in quanto tali la Repubblica sarà ogni volta più tangibile e dimostrerà a tutti gli Stati del mondo che ancora non si sono pronunciati che l’indipendenza è effettiva. E’ un processo lungo e nulla è scontato. La Spagna sa che l’Europa non vuole altre violenze e sta agendo con passo felpato. Cruciale il ruolo dei cittadini catalani e delle forze favorevoli a diritto a decidere.

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