Posted on

Referendum Catalogna – Notizie del 01-10-2017 (!!!)

RISULTATI PROVVISORI   90% Sì | 7% No | 2% Bianche | 49,5% Partecipazione

La giornata del referendum è stata caratterizzata dalla durissima repressione violenta delle forze di sicurezza spagnole. Oltre 900 feriti, di cui alcuni gravi, colpi di manganello, proietti e palle di gomma contro i votanti indifesi dalle prime ore del mattino. Istituti scolastici presi d’assalto dalla polizia spagnola che ha distrutto porte, finestre e muri pur di riuscire ad entrare e sequestrare urne e voti espressi. Colonne di mezzi dei corpi armati spagnoli hanno percorso tutta la Catalogna raggiungendo anche i centri più piccoli e isolati. La popolazione ha resistito in forma nonviolenta con resistenza passiva. Il Governo catalano annuncia che, alla luce dei risultati, chiederà al parlamento di dichiarare l’indipendenza. La stampa mondiale pubblica la “vergogna” della repressione violenta di Rajoy.


24:50 Il governo in conferenza stampa annuncia i risultati del referendum. Presenti il segretario di Presidenza Jordi Turull, il vicepresidente Oriol Junqueras e il ministro degli esteri Raul Romeva.

Turull: “Siamo orgogliosi di far parte di questo paese. E’ stato un giorno difficile. Il referendum si è celebrato, si è votato tra mille difficoltà. Dal voteremo siamo passati al “abbiamo votato”. Grazie a tutti i lavoratori pubblici che hanno lavorato volontariamente. Oggi il governo è orgoglioso di questo paese che si è difeso con coraggio e ha difeso la democrazia e i suoi diritti. Ci sono stati danni personali ai 844 feriti che hanno presentato 73 denunce. Oggi ha vinto la democrazia e la gente che ha agito civilmente e pacificamente.
Le schede elettorali non sequestrate sono state 2,262424. Di queste hanno votato Sì 2.020.144, cioè il 90%. Il 7,8% ha votato no, cioè 176766 voti”.

Romeva: “Oggi tutti hanno visto che da un lato c’era la violenza e la vergogna e dall’altra la dignità. Abbiamo spiegato al mondo che questo era un esercizio di democrazia e di coerenza. Tutta la violenza e la repressione sono state responsabilità dello Stato. Oggi il mondo ha visto quello che diamo da tempo: lo Stato è demofobico.
Junqueras: “La stampa di tutto il mondo fa vedere che milioni di cittadini hanno votato in modo pacifico. Le polizie hanno usato violenza in modo brutale per impedire il diritto di voto. Siamo convinti che una maggioranza di cittadini catalani provano orrore per questa violenza. La Catalogna ha dimostrato la sua disconnessione rispetto allo Stato. Faccio appello al processo costituente che ha legittimità nel voto di migliaia di persone. L’opinione pubblica catalana e internazionale difendono i diritti civili. I cittadini della Catalogna si sono conquistati il diritto di avere una repubblica democratica, sociale e di diritto. L’immensa maggioranza di noi avrebbe preferito votare in altre circostanze, chiedo agli organismi internazionali di difendere la democrazia in Catalogna. Saremo conseguenti rispetto al mandato democratico delle urne. Il Governo porterà in parlamento i risultati del referendum e sarà il parlamento a decidere sull’indipendenza. Il nostro intento era quello di far votare tutti, sia quelli del Sì che quelli del No. Gli altri non volevano che si esprimesse nessuno. C’è stata una violazione dei diritti umani.

Turull: “In condizioni normali si sarebbe potuto arrivare al 55% di partecipazione.

Junqueras: “La partecipazione è una cifra assolutamente incredibile tenendo conto delle difficoltà. Quante democrazie conoscete in cui si rubano le urne elettorali?”

23:50 Osservatori internazionali, deputati ed eletti di varie nazioni del mondo: “Il referendum era ben preparato e corrispondente ai dettami della legislazione spagnola. L’intervento della polizia è stato minaccioso e brutale. Il referendum dimostra la determinazione del popolo catalano per quanto riguarda il diritto di voto. Ci sono stati feriti, sabotaggi elettronici e sequestri di urne. Il referendum è stato un successo. I risultati dovranno essere tenuti in conto dalla comunità internazionale. C’è stato un numero adeguato di urne elettorali eccetto dove sono state sequestrate”.

23:40 A Cerdanyola del Vallès le persone celebrano in piazza i risultati del referendum con musica e canti. Sono state lanciate schede elettorali dai balconi, sono state stappate bottiglie di champagne, si è cantato l’inno catalano. Il sindaco Carles Escolà ha tenuto un discorso nel quale ha detto che il paese ha intrapreso il cammino verso la Repubblica catalana e ha messo idealmente il Comune a disposizione del Governo. La facciata del comune è rimasta senza bandiera spagnola.

23:30 Le prime pagine dei quotidiani britannici parlano chiaramente delle violenze dello Stato spagnolo in Catalogna.

23:25 Gli osservatori accademici catalani del referendum hanno scritto un messaggio molto duro contro il governo spagnolo che è stato accusato di essere colpevole del fatto che il referendum non si sia potuto svolgere con normalità. Hanno anche criticato l’azione della polizia spagnola, considerata sproporzionata e non corrispondente agli ordini del Tribunale Superiore di Giustizia spagnolo: “Il referendum c’è stato. Le immagini che il mondo ha visto non sono proprie di uno stato di diritto. Denunciamo la repressione, anche quella precedente al referendum. Denunciamo la coercizione esercitata dalla giustizia spagnola contro la Sindicatura Electoral della Generalitat. Un numero significativo di persone non ha potuto votare. I Mossos hanno chiuso 160 seggi senza nessun ferito”. La polizia spagnola hanno agito in modo chiaramente sproporzionato. L’ordine della magistratura diceva che non si doveva alterare la convivenza dei cittadini, pertanto la polizia spagnola non ha rispettato questa istruzione. L’azione della polizia spagnola per evitare la celebrazione del referendum ha violato la carta dei diritti fondamentali dell’UE e la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. In particolare la libertà di espressione, di riunione e l’integrità fisica delle persone. C’è stata violazione dei valori dell’UE che dicono “l’Unione si fonda sul rispetto della dignità umana, dell’uguaglianza, dei diritti umani in particolare delle minoranze”. Questa violazione potrebbe far scattare l’articolo 7 del trattato dell’UE che prevede la sospensione degli Stati che usano violenza armata contro i cittadini. Chiediamo all’UE di intervenire”.

23:00 L’ex ministro francese Benoit Hamon si esprime contro la violenza della polizia in Catalogna: “Nel cuore dell’Europa, queste immagini di violenza per impedire alla gente di VOTARE sono insensate e minacciose

22:50 Video in diretta da Piazza Catalunya inviato da Simone Maulu. Lluis Llach canta l’Estaca.

22:35 Intervento istituzionale del presidente catalano Carles Puigdemont: “Mi rivolto a tutti i democratici del mondo. C’è stata grave, ingiustificata e abusiva violenza della polizia dello Stato spagnolo. Grazie a coloro che hanno protestato contro la violenza. I crimini non potranno rimanere impuni. La gente non ha risposto alle provocazioni, grazie. Lo stato spagnolo ha scritto una pagina vergognosa del rapporto tra stato e catalogna, e non è la prima volta. Siamo nell’UE, nel XXI secolo, la risposta è stata quella di sempre: violenza e repressione. Oggi questo è finito. Continueremo con civiltà e pace, rispettando la volontà dei catalani.
Interpelliamo direttamente l’Europa, l’UE non può continuare a guardare dall’altra parte. Siamo cittadini europei. Siamo in pericolo per gli abusi di uno stato che agisce autoritariamente. Le donne e gli uomini del mondo si scandalizzano per quel che è successo oggi. Noi catalani ci siamo guadagnati il rispetto dell’Europa. Non si tratta di un affare interno alla Spagna, ma di un fatto che attenta allo spazio di convivenza europeo. Milioni di persone mobilitate contro le minacce e le difficoltà hanno mandato un messaggio chiaro. Abbiamo diritto a decidere il nostro futuro, in pace, senza violenza, fuori da uno stato che usa la forza bruta. E’ stata una giornata di patimento e di speranza. Abbiamo vinto il diritto di vivere in uno stato in forma di repubblica indipendente. Porteremo i risultati del referendum al parlamento perché agisca secondo la legge del referendum. Costruiremo un Paese libero, pacifico e democratico”.

22:25 I Sindacati dei Mossos d’Esquadra vedono come “criminosa” l’azione della Guardia Civil e della Policia Nacional in Catalogna. I quattro sindacati dei Mossos, raggruppati nella federazione Fepol, hanno descritto come “criminosa” l’azione delle polizie spagnole. Hanno denunciato “la scarsa qualità democratica” del governo dello Stato.

22:15 CNN: “La vergogna d’Europa”. La catena nordamericana CNN ha seguito per tutto il giorno con intensità la giornata del referendum di autodeterminazione catalana e la repressione della polizia spagnola contro i votanti che ha causato più di 800 feriti. Nella pagina principale del suo sito la CNN pubblica la notizia della denuncia del governo catalano contro la repressione dello Stato e diffonde molte immagini della violenza della polizia. Hanno fatto il giro del mondo.

22:00 Il governo catalano denuncia la Guardia Civil e la polizia per lesioni, costrizioni, disordini e crimini contro i diritti individuali. La denuncia del governo catalano comprende molteplici reati tra cui danni a beni pubblici e privati e minacce.

21:50 Cuixart, Omnium Cultural: “Grazie mille a tutto il popolo catalano che c’è sempre e mai sbaglia. Una volta ancora abbiamo dimostrato che siamo capaci di superare qualsiasi difficoltà. Oggi abbiamo vissuto un giorno storico, contro uno Stato che ha usato tutti i mezzi per impedire quel che volevamo. Le associazioni saranno sempre al vostro fianco. Tutto comincia oggi, sappiamo che il popolo si è espresso contro uno Stato repressione. Ci sarà uno sciopero generale il giorno 3 ottobre, tutti in strada”.

21:45 Pep Guardiola afferma che non avrebbe giocato la partita contro Las Palmas. “Quelli che dicono che siamo parte della Spagna ci hanno attaccato”. “Ci sono immagini inconfutabili, tutto sanno quel che è successo. Le immagini non possono ingannare, c’era gente che voleva votare, per decidere il proprio futuro, e l’hanno attaccata con violenza”.

21:40 A Lleida i Mossos continuano a frapporsi tra i manifestanti e la polizia spagnola formando un cordone di sicurezza. La gente continua ad arrivare e la tensione aumenta.

21:30 Il Collegio dei Medici catalani condanna energicamente le azioni violente praticate dei corpi e dalla forze di sicurezza dello Stato. Tra i feriti ce ne sono due gravi. Alcuni giornalisti parlano anche di un anziano ferito e deceduto per infarto.

21:25 Albiol, PP catalano: “Purtroppo ci sono stati feriti e i responsabili sono Puigdemont e Junqueras. Loro hanno fatto sì che la popolazione catalana cadesse nel precipizio. Io difendo l’azione della polizia in Catalogna. La polizia ha lottato per rispettare la democrazia. Ci sono stati incidenti che non volevamo sia per i cittadini che per la polizia. La gente è stata ingannata ed è andata a votare. Quando la polizia agisce per mettere ordine si possono avere incidenti. La volontà di Puigdemont era che ci fossero feriti e cariche della polizia. L’azione della polizia è stata proporzionale. La Spagna ha molte opzioni per garantire che si rispetti lo stato di diritto. Lo Stato può assumere temporaneamente le competenze di alcune aree”.

21:20 E’ stata convocata la Tavola della Democrazia per dare una risposta unitaria alla repressione dello Stato. Entità, associazioni della società civile catalana, hanno convocato un coordinamento di cui fanno parte i sindacati CCOO e UGT, le associazioni come ANC e Omnium, il Cecot, la Pimec, il Ciemen, tutte le università pubbliche e l’università di Vic e altre 40 entità.

21:10 Miquel Iceta, leader del PSC/PSOE, fa sue le parole del leader del PSOE: “Serve negoziazione politica”

21:05 Albert Rivera, leader di Ciudadanos: “Oggi c’è stato un colpo alla democrazia. Hanno tentato di fingere un referendum, Puigdemont ha fallito. Il trionfo di Puigdemont è dividere: ha rotto la società in pezzi. Quella di oggi era una strategia perfetta per dichiarare l’indipendenza. Ci vogliono dividere dall’Europa ma questo non possiamo permetterlo. Nonostante le immagini tristi Puigdemont non ha vinto. Ciudadanos difende lo Stato di diritto, la democrazia e la Catalogna dentro la Spagna. Ai catalani che non sono andati a votare dico non siete soli, sono uno di voi. Non ci toglieranno nè i nostri passaporti né i nostri diritti. Il governo spagnolo difenderà la democrazia. La democrazia sarà chiamare tutti i catalani alle urne. Puigdemont è inabilitato a guidare questa nuova tappa della Catalogna. Il processo di indipendenza è crollato, servono elezioni in Catalogna. Diamo voce al popolo catalano, che Puigdemont e Junqueras non abbiamo paura delle urne. Non siamo arrivati fino qui per caso: ci sono partiti statali che hanno sottovalutato il nazionalismo che si era appropriato dell’egemonia in Catalogna. QUando PP e PSOE stringevano patti con il nazionalismo, non capivano che volevano rompere la Spagna. La corruzione, i tagli economici, l’antidemocrazia in Catalogna… non possono tornare. Ciudadanos ha dato supporto totale al governo spagnolo e alla giustizia. Gli spagnoli devono rivedere il loro progetto. Il nazionalismo e il populismo sono quelli che vogliono separare i catalani. Dobbiamo approfittare del primo ottobre come opportunità. Noi siamo una piattaforma civica nata in Catalogna e siamo preparati per il futuro. La brutta notizia è la tristezza di questa giornata. La bella notizia è che la Spagna è un grande Paese. Guardiamo con tristezza a cosa hanno fatto con la nostra terra”.

21:00 La polizia spagnola sta chiudendo alcune strade di Barcellona

20:45 Pedro Sanchez, PSOE: “Oggi hanno fallito due politiche: le immagini di oggi riassumono la cattiva gestione di Rajoy e Puigdemont. Siamo in disaccordo con le cariche della polizia e desideriamo che i feriti si rimettano. Questa consultazione voleva dividere e fratturare. Speriamo che la consultazione non serva per fare una dichiarazione unilaterale di indipendenza. Noi supportiamo l’unità territoriale del nostro paese. Deve prevalere l’interesse generale del Paese prima dei partiti. I socialisti danno supporto alle istituzioni dello Stato. Questa consultazione pervertiva il concetto di democrazia. E questo causa solo frustrazione e divisione perché non dà soluzioni alla crisi politica. Il governo catalano ha fatto saltare nel vuoto le istituzioni catalane. La Generalitat ha imposto al parlamento la sua missione, gli chiediamo responsabilità. Noi rispondiamo con un progetto di rigenerazione politica. Vogliamo fare un appello alla speranza, la responsabilità e la stabilità. Il partito socialista sta con lo stato di diritto. Esigiamo che Rajoy apra un processo di negoziato con la Generalitat. Il tempo dell’inazione è finito. Ci sono molti politici che ci criticano ma condividono quello che pensiamo. Mi appello alla calma. Superiamo questa situazione.

20:40 Cuixart, Omnium Cultural: “Oggi volevano annullare la nostra dignità di popolo, ma ci hanno resi indistruttibili come società”.

20:25 Conferenza stampa di Mariano Rajoy: “Mi rivolgo a voi, come presidente della Spagna, una grande nazione. La Spagna è una nazione ferma e determinata. La mia funzione principale è proteggere la democrazia. Posso dire con fermezza che oggi non c’è stato un referendum. Abbiamo provato che il nostro stato di diritto aiuta chi lo protegge. Oggi c’è stata una mera messinscena. Con questa irresponsabile strategia hanno colpito i diritti fondamentali. In poche ore volevano cancellare la Costituzione. Si stanno burlando della democrazia. Hanno indottrinato bambini e assediato giudici e giornalisti. Hanno ingannato i catalani, li hanno fatti partecipare ad una mobilitazione senza garanzie. La maggioranza dei catalani ha dimostrato di essere gente di legge e hanno ignorato la convocazione. Molti catalani hanno saputo resistere alle pratiche populiste.

Abbiamo mantenuto ciò che abbiamo sempre detto da mesi: il referendum non si sarebbe celebrato. Sapevano che il referendum era illegale ma hanno optato per attaccare il modello democratico. Il referendum che pretendeva di liquidare la Costituzione è stato evitato grazie al supporto dei democratici. Grazie alle forze e i corpi di sicurezza Policia Nacional e Guàrdia Civil. Grazie alla comunità internazionale per aver capito la nostra posizione. Abbiamo osservato il nostro dovere e abbiamo agito secondo la legge. Abbiamo dimostrato che abbiamo gli strumenti per difenderci da questi attacchi. Oggi abbiamo motivo di confidare nella democrazia, il processo di divisione è fallito. Non è possibile sostituire la concordia con il loro ricatto. Non ci hanno ascoltati quando gli abbiamo detto di abbandonare quella strada. Da domani c’è da iniziare a ristabilire la normalità. Chiedo alle forze politiche che mi seguano standomi affianco. Oggi ci si è resi conto della forza della democrazia spagnola. Gli spagnoli devono continuare ad essere uniti”.

20:15 I Vigili del Fuoco presidiano e custodiscono la Scuola Industriale di Barcellona. All’esterno migliaia di persone proteggono il seggio a loro volta.

20:10 Il cardinale Omella dice che è “deplorevole la situazione di violenza che si sta vivendo in Catalogna. L’arcivescovo di Barcellona Joan Josep Omella chiede “dialogo e preghiera, dobbiamo trovare una via d’uscita pacifica e democratica alla situazione attuale”.

20:10 Il numero dei feriti aumenta: 761

20:05 Il vicepresidente Oriol Junqueras rientra nel Palazzo della Generalitat dopo essersi riunito con i sindacati. La riunione ha esplorato la possibilità di convocare uno sciopero generale nei prossimi giorni in risposta ai fatti di oggi.

20:00 Chiudono i seggi elettorali. Ancora lunghe le file per votare.

19:55 Pablo Iglesias, leader di Podemos: “Il mondo intero ha visto l’uso della forza pubblica contro i cittadini. C’è una crisi di Stato. Oggi il PP ha fatto un male irreparabile alla Catalogna e a tutta la Spagna. Ciò che è illegale è usare proiettili di gomma in Catalogna. Il PP non ha capacità politica per affrontare il tema della Catalogna. Ci sono migliaia di spagnoli che provano orrore per le immagini di oggi. Il PSOE di Sanchez ha commesso un enorme errore dando supporto al governo del PP. Rajoy non si dimetterà, dobbiamo toglierlo dal governo. Non abbiamo mai condiviso la strada di Junts pel Sì ma prima di tutto siamo demoratici. La Catalogna è attaccata da un partito di violenti e corrotti. Quello che ha più senso è un referendum concordato, e oggi ne abbiamo avuto la conferma. Non vogliamo che la Catalogna vada via dalla Spagna, ma il PP sta aiutando.

19:55 Il leader dei socialisti europei, Gianni Pittella, ha detto che oggi “è un giorno triste” e ha assicurato che “è triste sia per la Spagna che per l’Europa. Non c’è dubbio che il non-referendum è da considerarsi illegale ma bisogna ascoltare il sentimento di tanti cittadini che sono scesi in strada”.

19:45 Manifestazione presso la Puerta del Sol a Madrid in solidarietà con la Catalogna e contro la repressione del governo Rajoy. Alcune fonti giornalistiche parlano di scontri con la polizia.

19:40 Le Isole Baleari si mobilitano contro la repressione dello Stato. Sono state convocate manifestazioni in tutto il territorio dell’arcipelago baleare per dare supporto ai votanti catalani. Ecco le città coinvolte nelle manifestazioni: Palma, Sineu, Formentera, Montuïri, Maó, Felanitx, Manacor, Algaida, Porreres, Campanet, Capdepera, Pollença, Eivissa, Llucmajor, Sa Pobla e Llubí.

19:30 Il ministero dell’Interno spagnolo diffonde un tweet in cui denuncia che una Guardia Civil è stata aggredita a colpi di sedia in un seggio elettorale.

19:30 In decine di collegi elettorali le operazioni di voto sono terminate. La popolazione sta proteggendo i seggi elettorali concentrandosi fuori dai collegi.

19:20 Ada Colau “Il minimo è che Rajoy si dimetta, è un codardo. Si nasconde dietro magistrati e giudici. Ha oltrepassato una linea rossa, ha attaccato le famiglie. Si stanno violando i diritti fondamentali e ferendo centinaia di persone. Il Comune di Barcellona intraprenderà azioni legali contro le cariche della polizia. Meritiamo di essere ascoltati e rispettati. Ciò che è successo oggi non può rimanere impunito. Non mi muoverò dal seggio finché non chiuderà. L’Europa deve prendere posizione su questi fatti terribili. Abbiamo potuto votare grazie all’organizzazione dei cittadini che non hanno avuto paura”.

19:20 Albano Dante Fachin, segretario generale di Podemos-Catalogna: “Il popolo catalano ha dato una lezione al mondo. La gente se la sta giocando in strada per far valere i principi che devono essere protetti in giro per tutto il mondo. Speriamo nella reciprocità del resto dello Stato, d’Europa e del mondo. Le forze politiche che si considerano democratiche devono essere chiare: con il PP o con il popolo catalano. Specialmente il Partito Socialista. Mariano Rajoy è un cadavere politico. La UE non può continuare a guardare dall’altra parte. Rajoy ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza del suo governo dalla Catalogna.

19:10 I Mossos fanno cordone di sicurezza a Tortosa per proteggere i cittadini. “Anche se ci accuseranno di disobbedienza volgiamo ugualmente proteggere la gente”, dicono.

19:05 Il ministro degli esteri catalano Raul Romeva afferma: “Abbiamo avviato contatti con l’Unione Europea sulle violazioni dei diritti fondamentali che mettono la stessa Europa a rischio”.

19:00 Il giornalista statunitense Glenn Greenwald, premiato con un Pulitzer: “non è ora di considerare sanzioni contro Madrid? O questo tipo di risposte sono solo per i governi repressivi non occidentali?”

19:00 A La Seu d’Urgell migliaia di persone si concentrano nella piazza centrale e gridano “Abbiamo votato”. Le entità sovraniste si complimentano: “la gente è la nostra forza”.

18:55 Tutti i collegi di Igualda (Anoia) sono stati chiusi per contare i voti. Le urne sono portate di corsa dai membri dei tavoli elettorali dal seggio all’Ateneu della città. Il centro è pieno di cittadini che scortano il passaggio delle urne e applaudono.

18:50 Conferenza stampa del consigliere di Presidenza Turull: “Vogliamo ringraziare il popolo catalano che ha dimostrato di essere un popolo che si sente libero. Quello catalano è un popolo che ha coraggio e che ama la democrazia, andate a votare! Invitiamo tutti quelli che non hanno votato a recarsi nei collegi vicini. Abbiamo dovuto chiudere 319 collegi. Sono arrivati ad un limite selvaggio: proiettili di gomma e lacrimogeni. L’azione dello Stato è la vergogna d’Europa. La giornata sarà lunga e chiediamo comprensione e pazienza. Questa sera ci conteremo a milioni”.

18:45 A Mont-Roig del Camp la gente in strada manda via la polizia al grido di “fora, fora / Visca Catalunya / Vergonya!”. I poliziotti sono costretti a indietreggiare e andare via.

18:40 Jeremy Corbyn, leader laburista britannico: “E’ urgente che Theresa May chieda direttamente a Rajoy di far terminare le violenze della polizia in Catalogna e trovare soluzioni politiche in questa crisi costituzionale”.

18:25 La strada che porta a Campins è stata bloccata con alberi abbattuti dal ciglio della strada per impedire l’arrivo della Guardia Civil.

18:25 Un cordone di sicurezza dei Mossos d’Esquadra protegge i votanti presso El Bruc.

18:10 Anna Gabriel, CUP: “Si deve indire lo sciopero generale. La mobilizzazione non finisce qui, non ci possiamo dissolvere. Oggi i seggi elettorali si trasformano in simboli di resistenza.”

18:05 Forcadell, presidente del Parlamento catalano solidarizza con i feriti di oggi: “Di fronte all’intollerabile violenza dello Stato la cittadinanza dà una grande lezione di dignità, fermezza e serenità. Tutto il supporto ai feriti”.

18:00 Sant Hilari non è più accessibile: un camion con rimorchio è stato abbandonato di traverso lungo l’unica strada d’accesso al piccolo paese.

17:50 Il Consiglio degli Avvocati Catalani condanna le azioni della polizia. “Condanniamo le cariche della polizia esercitate oggi contro cittadini catalani che tentavano di votare ed esigiamo la fine immediata della violenza”

17:45 Assemblea di solidarietà al popolo catalano nella sede della Generalitat di Alghero. Si è svolta ad Alghero un’assemblea nell’ufficio della delegazione della Generalitat catalana, alla presenza del direttore della delegazione del governo catalano di Alghero Joan Elies Adell Pitarch. È stato un incontro dove si è discusso della situazione politica, dell’importanza del referendum in corso e delle contingenze simili che si riscontrano con altri popoli, tra cui quello sardo. La repressione esercitata dal governo spagnolo, messa in atto con il ricorso anche ad azioni di violenza perpetrate dalla guardia civile nei riguardi della popolazione, al fine di impedirne il diritto di voto, è stata fortemente condannata, i presenti hanno espresso la propria solidarietà al popolo catalano firmando un documento di solidarietà. (Sassari Notizie)

17:30 Il presidente del parlamento della Corsica, Jean-Guy Talamoni visita i seggi a Barcellona

17:30 Il ministero dell’Interno spagnolo scrive di aver arrestato tre persone, di cui una minorenne, per disobbedienza e attentato alla sicurezza di un agente. Annuncia che sono 92 i collegi elettorali illegali sequestrati. Sarebbero 9 gli agenti feriti.


Le immagini e le notizie che arrivano dalla Catalogna ci raccontano di colonne di mezzi dei corpi armati dello Stato spagnolo che raggiungono uno ad uno i seggi delle grandi città o le piazze di piccoli paesini isolati. Sembrano uno di quei classici film sulle rappresaglie dei nazisti o sulle vendette dell’esercito britannico in Irlanda. Oggi il governo Rajoy, e tutti i suoi complici silenti del PSOE, hanno scavato definitivamente il fossato culturale tra la monarchia franchista di Spagna e la repubblica democraticamente avanzata di Catalogna.


17:20 Ha votato anche Neus Català, di 102 anni, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti

17:20 Josep Maria Bartomeu, presidente del Barcellona calcio: “E’ molto grave e fa indignare quello che sta succedendo. Abbiamo cercato di non far giocare la partita del Barcellona ma alla fine ci hanno concesso di giocarla a porta chiusa. Che il mondo intero guardi questa partita è eccezionale, che il mondo si chieda perché il campo è vuoto. Non volevamo giocare ma la Liga spagnola ci ha detto che se non avessimo giocato avremmo perso i punti (sia i tre della partita che i tre della penalità). Crediamo che il messaggio che mandiamo è molto potente. Questa partita si vede in tutto il mondo e tutti si chiederanno perché non c’è gente. Abbiamo chiesto un’indagine giuridica per capire come mai la Liga non ha voluto annullare la partita. Anche i giocatori sono molto preoccupati per quello che sta succedendo. Giocare a porta chiusa è un messaggio molto potente.

17:10 Il governo aumenta il numero dei feriti per le cariche di polizia a 465. Ada Colau, sindaca di Barcellona scrive: “Ci sono più di 460 feriti in Catalogna. Come sindaca esigo la fine immediata delle cariche della polizia contro la popolazione indifesa”.


17:05
Martin Schulz, expresidente del Parlamento Europeo: “l’escalation della tensione in Spagna è preoccupante. Madrid e Barcellona devono tornare al dialogo”.

17:00 Denunce giudiziarie contro i Mossos e identificazioni per la loro passività.
I giudici di Barcellona hanno ricevuto una denuncia contro i Mosso per non aver eseguito l’ordine del Tribunale Superiore di impedire il referendum. Secondo quanto informa il Tribunale in un comunicato questa è l’unica denuncia arrivata oggi. Anche la Magistratura valuterà oggi se agire contro i Mossos.
La Guardia Civil sta identificando agenti dei Mossos per non aver impedito il referendum e per aver agito con passività senza tentare di impedire la votazione. Il quotidiano El Mundo dice che un giudice di Lleida ha aperto delle investigazioni contro il corpo di polizia catalano per supposto delitto di disobbedienza.

16:45 Londra. La piazza di Piccadilly si sta riempendo di manifestanti che sostengono la Catalogna

16:40 “L’indipendentismo inizia a vincere nell’opinione pubblica internazionale”, sostiene l’ex ministro degli Esteri spagnolo Margallo.

16:30 “Violenze in Catalogna: la disfatta di Rajoy”. Così titola il suo editoriale il quotidiano francese Libération

16:30 I teatri catalani sospendono tutti gli spettacoli previsti per oggi. “I Teatri di Catalogna comunicano le sospensione delle attività per condannare l’indegna situazione che vive il nostro paese”.

16:20 A Sant Guim de Freixenet sono segnalati 45 mezzi della Guardia Civil in un paesino di 700 abitanti.

16:11 Carles Vilarrubì, FC Barcelona, vicepresidente responsabile dell’Area di Relazioni Internazionali e Istituzionali del Barcellona si è dimesso a seguito della decisione di giocare la partita di oggi a porte chiuse. Si attendono dichiarazioni ma probabilmente era contrario al fatto che la partita si giocasse. La società ha annunciato la “condanna per le azioni portate a termine in molte località della Catalogna per impedire l’esercizio del diritto democratico e la libera espressione dei suoi cittadini. Alla luce dell’eccezionalità di questi fatti” la giunta direttiva ha deciso che la partita contro Las Palmas si giochi a porte chiuse “dopo la risposta negativa della Liga di decretarne l’aggiornamento”.

16:00 I Mossos, emozionati, si schierano in prima linea davanti ai votanti che si sono concentrati davanti ad una scuola di Viella per difenderli. Alcuni agenti piangono e vengono confortati dai manifestanti.

15:50 Dopo una lunga trattativa tra la società sportiva del Barcellona calcio e la federazoine spagnola la partita al Camp Nou contro Las Palmas si giocherà ma a porte chiuse. Jordi Sanchez (ANC) dichiara che “è vergognoso che il Barça giochi a porte chiuse. Oggi non possiamo giocare. Per la dignità dei vostri soci e del paese che rappresentate”.

15:50 Cuixart, Omnium Cultural, lancia un messaggio di tranquillità: “La loro violenza non fermerà la nostra determinazione democratica. Continuiamo a mobilitarci, votando e difendendo i collegi elettorali”. “Chiediamo che tutti tornino presso i seggi elettorali per proteggere il diritto di voto. Ricordate: serenità, coraggio e nonviolenza”.

15:40 Julian Assange scrive: “La polizia spagnola sta sparando proiettili di gomma contro i pacifici elettori catalani”.

15:20 Ramon Cotarelo ai socialisti spagnoli: “Niente al mondo potrà pulire il sangue che avete nelle mani. Siete responsabili di questa barbarie come il PP, Ciudadanos e Podemos”.
Cotarelo è un importante politologo, pubblicista, scrittore e cattedratico emerito di Scienza Politica.

15:15 L’ex presidente del Parlamento greco Zoe Konstantopoulou: “Diamo supporto ai catalani, hanno diritto a votare e ad autodeterminarsi. La repressione non va d’accordo con la democrazia”.

15:10 Edimburgo, Scozia. Manifestazione in supporto della Catalogna davanti al consolato spagnolo.

15:10 Quaranta poliziotti in un paese di 150 abitanti. A Montmaneu (Anoia), non potranno impedire la votazione perché si è svolta in un locale di proprietà privata.

15:05 Il primo ministro del Belgio, Charles Michel: “La violenza non sarà mai la risposta! Condanniamo tutte le forme di violenza e riaffermiamo il nostro appello al dialogo”.

15:00 Il cantante dei Franz Ferdinand condanna le cariche della polizia di Stato contro i votanti catalani. Il cantante del gruppo scozzese Alex Kapranos, ha condannato l’azione della polizia spagnola per impedire il referendum e ha chiesto di si lascino votare i catalani.

14:55 Julian Assange twitta che “la polizia nazionale spagnola sta caricando i vigili del fuoco che stavano proteggendo gli elettori”.

14:50 Jeremy Corbyn, leader dei Laburisti britannici chiede al governo di interrompere la violenza della polizia sui cittadini. “E’ shockante”.

14:45 Romeva, ministro degli Esteri catalano: “chiediamo l’applicazione dell’articolo 7 del Trattato dell’Unione Europea per violazione dei diritti fondamentali”. L’articolo 7 prevede la sospensione di uno Stato che fa uso della forza militare contro la popolazione.

14:45 Turull, consigliere di Presidenza catalano: “Ad ora ha votato più del 50% della popolazione. C’è stata la volontà chiara di far male ai cittadini”. Il Governo catalano chiede all’Europa di sanzionare lo Stato spagnolo perché “mette a rischio l’immagine dell’UE.

14:35 La squadra del Barcellona non giocherà la partita di questa sera

13:45 Fernando Martinez Maillo, coordinatore generale del PP: “è un giorno che ci piacerebbe non fosse esistito, la Catalogna non merita questo spettacolo, ma è stato provocato dall’irresponsabilità del Governo catalano. Gli unici colpevoli di quel che succede sono Puigdemont e i suoi soci. E’ molto importante dire chiaramente che le istituzioni dello Stato stanno proteggendo i diritti dei cittadini, anche dei catalani. Non c’è uno scontro in corso perché siamo su strade differenti. La maggioranza dei catalani stanno a casa, facendo le normali cose di ogni domenica. Quelli che sono scesi in piazza sono gli stessi di sempre, gli amici dell’ANC (Assemblea Nazionale Catalana). Il governo spagnolo agisce nella legalità. Il referendum è stato smantellato. Il nostro partito ha sempre difeso l’unità della Spagna e non vi rinunceremo. Sì al dialogo ma nella Costituzione. L’unico sbaglio è stato quello di Puigdemont che ha ingannato la società catalana, specialmente gli indipendentisti. Vogliamo inviare un messaggio di supporto alla Polizia Nazionale e alla Guardia Civil. Questo è il momento in cui qualche politico può superare il test di democraticità: Iglesias e Colau. Stanno dalla parte di chi non rispetta la legge. Vanno contro la democrazia e ciò non resterà impunito. Chiedo a Puigdemont di prendersi la responsabilità di tornare nell’ambito della legalità. Le istituzioni dello Stato spagnolo sono arrivate fino a questo punto perché non gli è stata lasciata altra via. Il governo catalano deve tornare alla responsabilità e alla legge. Spero che Puigdemont si assumerà la responsabilità di cosa ha fatto davanti ad un giudice. Erano coscienti di tutti ed erano stati avvertiti. Non è il momento di entrare in grandi ragionamenti politici, bisogna volare alto, avere senso dello Stato. L’unico responsabile di tutto è Puigdemont ma non è positivo che ci siano persone ferite. Le cariche della polizia sono state inevitabili per garantire la stessa sicurezza. Il diritto all’autodeterminazione non esiste. E’ stato disattivato dalle istituzioni dello Stato che ha avuto sempre una posizione di dialogo. L’indipendentismo non è maggioritario, la maggioranza silenziosa è a casa.

13:35 José Luis Abalos (PSOE): “Il principale responsabile di quel che succede oggi è il governo catalano che sta dividendo la società. Ha colpe anche il PP per non aver saputo prevedere quello che sta succedendo. Il governo catalano ha scelto la disobbedienza e questo ci preoccupa. Catalogna e Spagna hanno bisogno di calma e normalità.

13:30 Carme Forcadell, presidente del parlamento catalano ha votato e, circondata da centinaia di persone che la acclamano ha dichiarato: “Ho appena finito di esercitare il mio diritto di voto, sono orgogliosa dei cittadini del Paese che una volta in più hanno dimostrato al mondo la loro civiltà, il loro pacifismo e amore per la democrazia e la loro volontà di votare per decidere il proprio futuro. Sarà lo Stato spagnolo che dovrà spiegare cosa ha fatto oggi in Catalogna, ma noi, come sempre, pacificamente, democraticamente, con speranza e allegria decideremo oggi il nostro futuro.

13:25 Artur Mas, ex presidente catalano: “Rajoy dovrebbe ritirarsi immediatamente”.

13:20 La prima ministra scozzese Nicola Sturgeon “Sono costernata per le immagini che arrivano dalla Catalogna, chiedo al governo spagnolo di interrompere le azioni prima che ci siano feriti gravi. Lasciate votare la gente in pace”.

13:10 Iñigo Urkullu, presidente della Comunità Autonoma Basca: “Non mi sorprende ma esprimo il mio cordoglio per quanto sta succedendo oggi in Catalogna, in particolare per gli incidenti che aumentano il rischio di frattura sociale. Faccio un appello a non arrivare sul precipizio, ad evitare oggi situazioni traumatiche che rendano impossibile domani l’inizio del dialogo necessario in questa situazione. Ribadisco il messaggio che ho trasmesso al presidente del Governo spagnolo: “questa dinamica non deve continuare a ripetersi uguale. Penso che il referendum legale e consensuale tra Canada e Quebec e tra Regno Unito e Scozia ci offre un modello di soluzione con dialogo, all’altezza del nostro tempo e delle nostre società”.

13:00 Xavier Garcia Albiol, segretario PP catalano: “Sono orgoglioso della risposta adeguata e proporzionale dello Stato di diritto”.

12:50 Particolarmente violento l’intervento della polizia nell’istituto Pau Claris dell’Eixample. I votanti sono stati spinti per le scale e tirati per i capelli.

12:45 Miquel Iceta, leader del PSC, socialisti catalani federati con il PSOE chiede elezioni anticipate sia in Catalogna che in Spagna e afferma: “l’irresponsabilità degli uni e degli altri ci ha portati a questo punto. Né la Catalogna né la Spagna meritano questo. Serve un patto che permetta ai catalani di votare con garanzie democratiche”.

12:45 Agenti della polizia spagnola sono entrati con la forza nel collegio elettorale di Caparrela a Lleida e hanno distrutto il server del centro educativo.

12:40 Millo, rappresentante del governo spagnolo in Catalogna: “Voglio complimentarmi con il comportamento della polizia. Confermiamo l’impegno per vegliare sulla sicurezza di tutti i catalani e garantire i loro diritti. Durante la giornata i Mossos hanno chiesto l’aiuto delle forze dello Stato per garantire l’esecuzione degli ordini giudiziari. Le polizie stanno agendo con la proporzionalità del caso. Quello di oggi in Catalogna non è mai stato un referendum né qualcosa che gli somigli. Chiedo a Puigdemont di correggere le sue azioni. Puigdemont e il suo governo sono gli unici responsabili di tutto quello che sta succedendo oggi.

12:15 Rufian, ERC: Condanniamo il PSOE e Ciudadanos per essere complici di tutto ciò. Ci appelliamo all’Unione Europea, che guardi come uno Stato membro esercita una repressione fascista. Oggi abbiamo dimostrato che il regime del ’78 deve andarsene, sopratutto dalla Catalogna.

12:15 L’osservatore internazionale del Quebec: “La Spagna perderà la battaglia di immagine a livello mondiale”. Louis Lyonnais, senior advisor del Parti Quebecois: “Negli ultimi giorni stiamo guardando la repressione dello Stato spagnolo in televisione, però non pensavo che sarebbero arrivati fino a questo punto. Ho visto gente anziana che sanguinante e polizia che sequestra urne elettorali. La Spagna perderà la battaglia dell’immagine su scala mondiale, la gente giudicherà pesantemente. L’Europa e la comunità internazionale si sono mantenute da parte finora ma vedendo quel che sta succedendo oggi si renderanno conto che l’azione del governo spagnolo è indifendibile e inaccettabile”.

12:15 Il giocatore del Barcellona Gerard Piqué ha votato e ha twittato: “Uniti siamo inarrestabili nel difendere la democrazia”.

12:25 I Vigili del Fuoco fanno da tappo con i loro mezzi davanti alla scuola Maria Rubies di Lleida per far sì che la polizia non possa passare e proteggere le urne.

12:15 La scrittrice J.K. Rowling, autrice di Harry Potter twitta: “Questo è ripugnante e ingiustificabile”.

12:10 A Girona gli agenti sono entrati nella scuola Taialà con molte difficoltà perché i votanti, coscienti del fatto che la polizia sarebbe potuta irrompere in qualsiasi momento, hanno chiuso le porte e nascosto le urne. Nonostante tutto gli agenti hanno colpito i concentrati e hanno riaperto gli accessi. Una volta all’interno della scuola non hanno trovato le urne sui tavoli e dopo averle cercate per vari minuti non ne hanno trovate e sono dovuti andare via a mani vuote.

12:10 Ci sono prove che la polizia spagnola abbia sparato proiettili di gomma vietati dal Parlamento catalano

12:00 Nuria Parlon Gil, vicesegretaria del PSC, socialisti catalani federati col PSOE chiede le dimissioni di Rajoy: “le cariche indiscriminate dei corpi di sicurezza contro la gente sono inammissibili”.

12:00 Ada Colau, sindaca di Barcellona, è in coda per votare. “Rajoy è un codardo, mi sembra chiaro che oggi non stiamo parlando di indipendenza, ma di rottura tra Catalogna e Rajoy”. Colau chiede le dimissioni di Rajoy.

12:00 Íñigo Errejón, fondatore e portavoce di Podemos: “Il silenzio del PSOE è terribile”.

11:55 Jordi Turull, Consigliere di Presidenza catalano, ha votato.

11:50 La squadra di calcio Barcellona si riunisce alle 12:30 per decidere se giocare la partita di stasera. Voci di corridoio dicono che non giocherà in segno di protesta per la repressione.

11:50 Il ministro degli Interni spagnolo Zoido riafferma che la polizia sta agendo con proporzionalità e professionalità e pubblica una foto di un poliziotto che dialoga con un signore.

11:40 Pablo Iglesias, Podemos: “O con il PP o con la democrazia. La capacità di reprimere non rappresenta la forza del PP ma la sua debolezza, la sua paura e la sua incapacità politica”.

11:40 Andoni Ortuzar, PNV Partito Nazionalista Basco: “Il governo spagnolo vuole impedire l’inevitabile. Oggi si dimostra che la società catalana vuole votare. La soluzione è fare elezioni, non chiudere i seggi”.

11:30 La Magistratura potrebbe agire contro i Mossos d’Esquadra, la polizia autonoma catalana, per la loro “passività”.

11:30 Gabriel Rufian, ERC, deputato al parlamento spagnolo: “Non dimentichiate mai il silenzio del PSOE”. E’ da oltre 13 ore che il PSOE non pubblica nessun messaggio su quel che sta succedendo in Catalogna.

11:20 Il Presidente Puigdemont: “E’ evidente che l’uso della forza da parte dello Stato spagnolo è irresponsavile e irrazionale ma non fermerà il desiderio di votare democraticamente. E’ chiaro agli occhi del mondo che oggi ci stiamo giocando la democrazia. Urne e garofani contro manganelli e proiettili di gomma. L’immagine del governo spagnolo è caratterizzata da una vergogna che resterà per sempre e accompagnerà per sempre tutti coloro che la giustificano”.

11:15 Il Presidente catalano Puigdemont ha un garofano nella mano sinistra: “Mr. Rajoy, shame on you”.

11:10 Xavi Hernandez, calciatore Barça: “Quel che sta succedendo in Catalogna è una vergogna”.

11:05 Il presidente catalano Puigdemont afferma che questa giornata sarà una vergogna per sempre per lo Stato spagnolo e un vanto democratico eterno per la Catalogna.

11:05 Izquierda Unida chiede le dimissioni di Rajoy a causa della violenta repressione del voto in Catalogna: “incapace e irresponsabile”.

11:00 Carles Puyol, calciatore Barça: “Votare è democrazia”.

11:00 Carme Forcadell, presidente del Parlamento catalano, ha votato. Anche il ministro degli Interni catalano ha votato.

10:55 Turull, consigliere di Presidenza catalano: “chiediamo la difesa civile e pacifica del diritto al voto. Il 73% dei tavoli elettorali è aperto. Chiediamo le dimissioni del rappresentante del governo spagnolo in catalogna Millo a causa della violenza dello Stato”.

10:45 A Girona la folla dei votanti è presa a colpi di manganello.

10:45 Carmen Ponsatì, responsabile educativa della Generalitat: “le cariche della polizia sono un crimine contro i diritti umani”. La polizia le sequestra l’iPad personale.

10:45 Jordi Sanchez, presidente dell’ANC (Assemblea Nacional Catalana) e Marta Rovira, portavoce di Junts pel Sì hanno votato.

10:35 Il ministero degli Interni spagnolo chiede alle forze dell’ordine di agire senza violenza. Intanto arrivano le prime immagini da Sabadell dove la Policia Nacional inizia a sparare.

10:35 Il governo catalano ripristina il software per la gestione del voto.

10:30 La presidente del parlamento catalano Carme Forcadell non ha ancora potuto votare.

10:20 Raul Romeva, ministro degli Esteri catalano, ha votato.

10:20 I Vigili del Fuoco proteggono i manifestanti a Sant Julià de Ramis dopo le cariche della Guardia Civil. C’è una donna ferita.

10:15 Oriol Junqueras, vicepresidente catalano, ha votato.

10:15 Ada Colau, sindaca di Barcellona “Un presidente del governo codardo ha riempito di polizia la nostra città. Barcellona è una città di pace, non ha paura”.

10:15 Anna Gabriel, responsabile della CUP, ha votato.

10:10 Il ministro della Giustizia catalano Mundò arriva presso il seggio della scuola di Gurb e riceve l’ovazione di centinaia di persone. Ha già votato.

10:00 Gli agenti antisommossa distruggono porte e finestre della scuola dove deve votare Artur Mas. La gente si mette davanti ai mezzi della Polizia per cercare di bloccarli.

09:55 Tutti gli alti responsabili del Governo voteranno nello stesso seggio. Il Presidente ha già votato a Cornellà de Terri.

09:55 Un cordone di Vigili del Fuoco sta proteggendo l’ingresso dell’abitazione del Vice Presidente Junqueras e lo attende per scortarlo fino al seggio.

09:45 I servizi dello Stato hanno bloccato il software della Generalitat per seguire il voto. La Generalitat sta cercando di risolvere il problema e alcune fonti dicono che esistono varie versioni del software che stanno per entrare in funzione.

09:40 Il Governo catalano afferma che “l’impegno era ed è fare tutto il possibile affinché i catalani possano votare oggi”.

09:30 Secondo fonti giornalistiche presenti in loco la Policia Nacional aggira i presidi dei votanti che proteggono i  seggi sfondando gli ingressi secondari della scuola.

09:05 Il delegato del Governo spagnolo in Catalogna Enric Millo: “Non possono fare le elezioni e quel che fanno è creare agitazione in strada. Mettono a rischio l’ordine pubblico e l’integrità fisica delle persone. Oggi torneremo a vivere nell’ambito costituzionale che protegge il diritto di espressione, di manifestazione e di pensiero. I Mossos avrebbero dovuto evitare che si aprissero i cosiddetti seggi elettorali ma purtroppo non è stato così. Hanno messo a rischio il prestigio del corpo di polizia catalana. Per questo stanno agendo la Guardia Civil e la Polizia Nazionale. Siamo costretti a fare quel che non volevamo fare. Oggi abbiamo la conferma che lo Stato di diritto è finito con il referendum. Non tolleriamo che nessuno voglia imporre i suoi obiettivi”.

09:05 La Policia Nacional ha iniziato varie operazioni di sgombero. La gente si siede in terra e cerca di continuare a proteggere i seggi elettorali.

09:00 Jordi Sànchez chiede che si facciano video delle azioni delle polizia spagnola.

08:50 In via Sardegna a Barcellona, la Policia Nacional ha iniziato a sgombrare un seggio con cariche di sfollamento. Centinaia di persone hanno opposto resistenza. All’interno della scuola il seggio è stato allestito. La gente canta “Non abbiamo paura”.

08:50 Ad Alcarràs tutta la popolazione ha portato i trattori in strada rendendo la circolazione impossibile alle macchine.

08:40 Anche nel piccolo paese di Arnes, 474 abitanti al confine con l’Aragona, i cittadini proteggono il seggio elettorale nel municipio. I Mossos si sono presentati presso il seggio e hanno informato i presenti che alle ore 9 dovranno comunicare se il seggio è aperto. Se ne sono andati tra gli applausi.

08:35 Secondo l’agenzia stampa EFE gli agenti della Policia Nacional hanno iniziato ad agire per impedire la votazione in alcuni collegi elettorali presidiati da centinaia di persone.

08:30 Il seggio elettorale dove voterà Puigdemont è pieno di giornalisti che lo aspettano.

08:30 Gli effettivi della Guardia Civil e della Policia Nacional spagnola in Catalogna sono in questo momento 12mila.

08:15 L’eurodeputato Mark Demesmaker è presente in un seggio di Barcellona

08:15 I trattori arrivati nei giorni scorsi in città vengono utilizzati per proteggere con la loro mole gli ingressi alle scuole sede di seggio elettorale.

08:15 Arrivano le urne e le schede elettorali nei seggi. In un seggio di Barcellona, ad esempio, i testimoni raccontano che le urne sono arrivate camuffate da catering. All’arrivo la gente ha alzato le mani per nascondere l’urna.

08:00 Il Governo annuncia che il censo è “generale”. Chiunque sia in possesso di un documento di identità potrà votare. Il Consigliere di Presidenza catalano Jordi Turull, in conferenza stampa, ha condannato le azioni della polizia e del governo di questi ultimi giorni. Ricorda che sono state fermate e detenute decine di persone. “Per ogni problema, una soluzione. Il Governo può affermare che potremo celebrare il referendum con tutte le garanzie. Potranno essere usate anche le schede stampate in casa se di misura regolamentare”. Turull ringrazia tutti i lavoratori pubblici che hanno reso possibile questa giornata storica. “Oggi trionferà la democrazia”.


CRONOLOGIA DELLE ALTRE NOTIZIE DI QUESTO SPECIALE


 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.