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Simeoni a Madrid: questo processo è violento e anacronistico, sono prigionieri politici

Intervista di VilaWeb al Presidente còrso Simeoni che ha assistito a una sessione del processo di Madrid contro i prigionieri politici catalani.

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Gilles Simeoni: “Questo giudizio è un anacronismo nell’Europa del XXI secolo”.

Intervista al presidente della Corsica che ieri ha assistito a una sessione del processo contro i prigionieri politici catalani.

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Il Presidente còrso si è recato a Madrid assieme a una delegazione di eurodeputati per assistere a una sessione del processo contro i politici e i leader sociali catalani. Il giornale online VilaWeb lo ha intervistato. Quel che emerge è un Simeoni impressionato dalla vista in diretta dei politici catalani sotto processo. Un’immagine che il Presidente definisce come un anacronismo violento nell’Europa del ventunesimo secolo: un giudizio totalmente politico e ideologico che tenta di reprimere le idee. Anche dal suo punto di vista quindi si tratta di prigionieri politici che restano in carcere e sono processati per nessun altro motivo rispetto alla propria azione politica.

Sulla possibilità di stabilire un dialogo tra Catalogna e Spagna in presenza di prigionieri politici Simeoni crede che il problema sia puramente politico e quindi occorre trovare una soluzione di questo tipo, democratica, cioè sintonizzata con percorso che ha scelto il movimento indipendentista. “In questa situazione bisogna porre fine rapidamente a questo processo e liberare questi uomini e queste donne perché non ha senso che siano in prigione, bisogna tornare al tavolo di negoziato per consentire al popolo catalano di esprimersi liberamente sul suo futuro e la propria forma di stato”, sostiene Simeoni.

Guardando al futuro il giornalista di VilaWeb chiede cosa potrebbe succedere dopo la sentenza. Secondo Simeoni se la sentenza confermerà che lo Stato spagnolo ha scelto la via repressiva saremo di fronte a una pesante regressione. Ed è proprio per manifestare la propria contrarietà alla repressione penale che il presidente còrso ha scelto di essere presente in prima persona a Madrid. “Dobbiamo dire – sostiene Simeoni – che in Catalogna, in Spagna e nell’Europa del XXI secolo non è possibile intraprendere questo cammino. Non c’è spazio per questo tipo di soluzioni. L’unica strada che funziona è il dibattito democratico, la ricerca di una soluzione politica”.

Nelle scorse settimane il parlamento còrso ha approvato una mozione a favore dei prigionieri politici catalani. Simeoni sostiene che per la maggioranza territoriale, il consiglio esecutivo e la maggioranza dell’assemblea còrsa è stata una decisione difficile da prendere, ma anche molto naturale, perché tra il popolo còrso e quello catalano c’è un’unità e una solidarietà storica. Gran parte della maggioranza nazionalista ha una grande simpatia per gli indipendentisti catalani. “Io non sono indipendentista, in Corsica. Sono autonomista – dice Simeoni – ma non pretendo cambiare gli obiettivi del popolo catalano. Sono un democratico e non posso accettare per nessun motivo che ci siano donne e uomini in prigione per la semplice ragione di voler esercitare un diritto fondamentale: lasciare che un popolo decida il suo futuro”.

L’intervista vira quindi sull’àmbito internazionale e sull’immobilismo dell’Europa. Per il presidente còrso l’Europa ha deciso di allontanarsi dai suoi valori fondamentali, dagli ideali costitutivi della sua identità, in quanto in nome della ragion di Stato non ha voluto guardare a ciò che succede in Catalogna. Simeoni prevede che se l’Europa continuerà su questa strada è condannata a non esistere, perché la ragione di essere Europa è la stessa democrazia e sono i diritti dei popoli.

Dopo l’atteggiamento delle istituzioni europee viene affrontato il difficile rapporto tra istituzioni còrse e francesi. Il giornalista ricorda che il presidente Macron non ha accettato il negoziato con il governo còrso sui temi della co-ufficialità della Lingua, dei limiti della domiciliazione in Corsica dei non residenti e dell’amnistia dei prigionieri. Per Simoni il messaggio di Macron è chiaro: negare l’autonomia. “Oggi la porta del negoziato è chiaramente chiusa, la situazione di Corsica e Catalogna è molto diversa, ci sono punti in comune perché sia Madrid che Parigi dimostrano il medesimo rifiuto al negoziato e a prendere atto che i popoli esistono ed esisteranno, per quanto possa dispiacergli. Ma non siamo delusi perché ci aspettavamo questa posizione”.

Alla luce di questa situazione di stallo il giornalista catalano è curioso di capire se la frustrazione renderà possibile una crescita del sentimento indipendentista in Corsica. Per Simeoni, che ribadisce di non essere indipendentista, il fatto grave è che Parigi ha chiuso la porta in faccia ai còrsi negando qualsiasi ipotesi di statuto d’autonomia che avrebbe messo sullo stesso piano la Corsica rispetto a tutte le altre isole del Mediterraneo. “Effettivamente – ammette Simeoni – il governo francese rischia di rafforzare la logica indipendentista. Perché se non possiamo ottenere ciò a cui abbiamo diritto, si può finire in una logica di tutto o niente”.

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Leggi l’articolo originale nel sito di VilaWeb.
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