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Il punto politico e strategico di Corsica Libera

Il movimento indipendentista Corsica Libera ha illustrato in conferenza stampa il 2 ottobre 2020 la propria visione strategica sul prossimo futuro politico in Corsica. A sei mesi dalle elezioni territoriali del marzo 2021 che rinnoveranno il parlamento còrso gli indipendentisti lanciano un appello ai loro alleati “naturali” per recuperare la coesione interna della coalizione “Pè a Corsica” ispirata ai punti fondanti dell’identità del movimento indipendentista.

> Leggi il testo originale sul sito di Corsica Libera

 

“La crisi sanitaria che ha attraversato la Corsica ha messo in luce le vistose falle del sistema. Queste esistono anche altrove ma da noi assumono l’aspetto di danno doppio costringendoci a gestire sia una carenza sanitaria istituzionalizzata, sia l’aggravarsi di una dipendenza paralizzante e mortale.

Le ripercussioni sull’economia corsa sono catastrofiche e evidenziano non solo l’urgenza di alcune misure essenziali che Corsica Libera ha già avuto modo di dettagliare ma anche l’urgente necessità di scrivere un altro scenario politico per il futuro, o almeno far sì che la Corsica possa sperare di averne uno.

Nuovo statuto fiscale e sociale, status di residenza, sviluppo di un’economia produttiva, soprattutto nel settore agroalimentare, orientamenti strategici per lo sviluppo sostenibile, rispondendo in primo luogo ai bisogni reali dei Corsi: queste lotte, che conduciamo da decenni, devono essere portate a compimento.

Ormai anche i più riluttanti rispetto alle nostre idee si uniscono a noi su questi punti. Si può anche dire che, nel breve termine, per molti soggetti politici è una questione di sopravvivenza.

Stiamo vivendo l’ultimo momento utile per trovare la strada di un vero sviluppo economico che ci protegga dagli imprevisti, siano essi di ordine sanitario che di altro genere. Attualmente i modelli che subiamo ci rendono permanentemente esposti ai pericoli. E siamo ancor più fragili perché l’economia reale viene sistematicamente sacrificata sull’altare della speculazione più sfrenata.

Verso il termine dell’attuale mandato di governo è necessario fare un bilancio collettivo e tirare le somme di ciò che abbiamo imparato per costruire un nuovo progetto che Corsica Libera dovrà portare a termine insieme ai suoi partner naturali.

La corrente che rappresentiamo è l’erede di una lotta di liberazione nazionale che riunisce tutti coloro che non si sono mai arresi. Corsica Libera parteciperà a questa costruzione senza perdere i suoi riferimenti fondamentali.

È necessario creare le condizioni politiche per la rottura di tutte le forme di dipendenza:

– incoraggiando e promuovendo lo sviluppo economico di un’isola i cui tassi di povertà e precarietà sono degni dei paesi in via di sviluppo;

– proteggendo il nostro patrimonio storico e culturale;

– garantendo che tutto ciò che ci rende un Popolo sia preservato;

– consentendo ai còrsi di vivere e lavorare con dignità nella propria terra.

Questa visione si affermerà all’interno della coalizione “Pè a Corsica” senza intaccare la coesione con le altre tendenze che la compongono.

Come in Catalogna, in Scozia o in Nuova Caledonia l’indipendenza apparirà presto alla maggioranza dei còrsi come un’idea pertinente, l’unica veramente razionale e in grado di risolvere molti dei problemi che abbiamo. Sappiamo che l’indipendenza nazionale – alla quale non abbiamo mai smesso di aspirare e per la quale abbiamo sempre lottato concretamente – può avvenire solo rimanendo mobilitati e pienamente attivi in ​​campo culturale, sociale ed economico.

È doveroso lavorarci quotidianamente per rompere con i meccanismi di dipendenza e decostruire il sistema più che dannoso che viene imposto al nostro popolo oggi.

In ogni caso anche chi non condivide pienamente questo obiettivo si unisce a noi nel denunciare tutti i danni che l’attuale situazione di dipendenza sta arrecando al Paese.

Le ultime elezioni comunali avrebbero dovuto essere l’occasione per attuare una simile strategia in campo elettorale, anche se questo – nonostante la sua importanza – non rappresenta l’alfa e l’omega della lotta politica.

Il rispetto degli impegni presi con i còrsi nell’approccio di “Pè a Corsica” avrebbe potuto e dovuto essere, ovunque, al centro di tutte le convergenze e alleanze naturali, che non avrebbero escluso la possibilità di apertura. Sfortunatamente, non è sempre stato così, tutt’altro.

Tuttavia alcuni risultati ottenuti, tra cui le storiche vittorie di Portivechju, Zonza o Figari, dimostrano che l’idea nazionale rimane – nonostante le brutture di una politica ci piacerebbe lasciarci alle spalle – il comune denominatore per unire il popolo, essenziale per il futuro.

Non illudiamoci, la serie di vittorie elettorali dal 2015 in poi è solo il risultato dei sacrifici e della decisione coraggiosa presa dagli attivisti FLNC nel 2014. L’iniziativa per la pace del FLNC ha fatto nascere un’immensa speranza.

Quest’ultimo decennio, segnato in particolare dalla decisione del FLNC di riposizionarsi nel campo della politica pubblica, ha dimostrato che solo un approccio unitario attorno a un progetto nazionale, che prefigura una Corsica libera nelle sue scelte, può costituire una base capace di riunire i còrsi in una maggioranza capace di parlare con una sola voce nella difesa dell’interesse generale e del nostro bene comune.

Corsica Libera continuerà a percorrere questa strada, l’unica che può permetterci di mantenere viva la fiamma di tutte le speranze e di intraprendere azioni concrete per la liberazione della nostra nazione.

Resteremo dunque più che mai mobilitati sui temi che abbiamo sempre difeso e sui quali garantiremo al nostro popolo che nulla sarà concesso:

– lotta alla precarietà;

– lotta alla speculazione e all’espropriazione della terra;

– Lotta ai progetti contro lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia del nostro ambiente;

Nessuno di questi campi di battaglia verrà abbandonato e questo avverrà anche per:

– la corsizzazione degli impieghi;

– lo status di residente;

– la restituzione alla Lingua del suo posto nella società corsa;

– il sostegno alle imprese còrse che condividono questa logica di riconquista della nostra sovranità sociale ed economica;

– naturalmente, il sostegno instancabile per i nostri fratelli imprigionati il ​​cui destino è indissolubilmente legato a quello dell’intera nazione.

La difesa dell’ambiente e di una terra a cui apparteniamo almeno quanto lei ci appartiene e il nostro impegno al servizio della giustizia sociale sono lotte che continueremo e amplificheremo.

Ciò che conta è la coerenza del progetto che porteremo avanti.

Il turismo, ad esempio, spesso vissuto come un male necessario, deve diventare una vera leva di sviluppo.

È necessario uscire da schemi obsoleti che costano alla comunità più di quanto rendono a pochi, con una situazione sempre più degradata per le strutture di piccole e medie dimensioni che consentono alle famiglie còrse di vivere.

Il turismo deve diventare un’attività totalmente controllata, al servizio di una visione globale dell’economia del Paese.

Più in generale, al di là dell’elenco dei diversi campi dell’economia, il progetto di società che concretizzeremo aprirà la strada a un vero sviluppo al servizio dei còrsi, da un lato attraverso un nuovo status fiscale e sociale, dall’altro assicurando il controllo pubblico dei settori strategici (trasporti, rifiuti, energia, acqua, etc).

Le elezioni territoriali saranno l’occasione per affermare, insieme ai nostri partner naturali, attraverso l’iniziativa di “Pè a Corsica”, la volontà di questa nazione di liberarsi dalle catene della dipendenza che ne ostacolano lo sviluppo.

Queste elezioni ci daranno l’opportunità di onorare le promesse fatte al popolo nel 2015 e alcune delle quali non sono state mantenute fino ad oggi a causa della mancanza di strategia generale e di coesione all’interno della maggioranza.

Il prossimo mandato deve riuscire nella sua lotta contro il colonialismo francese, vincendo anzitutto la battaglia della fiducia in noi stessi. Dobbiamo rafforzare politicamente la richiesta nazionalista della concertazione tra tutte le forze vive del nostro popolo e le loro rappresentanze.

L’Esecutivo, l’Assemblea, la camera dei territori, le camere consolari, i municipi, le unioni dei comuni o il CESEC (Consiglio Economico, Sociale, Ambientale e Culturale della Corsica) meritano di più della diffidenza e dei tentativi di riconquista da parte della politica.

Al contrario tenere conto delle aspettative di tutte queste strutture nell’unico quadro valido, cioè “l’interesse collettivo del popolo corso“, consentirà di opporre alla Francia un fronte unito su un progetto còrso condiviso.

Questo sussulto salutare, che si basa sulla collaborazione tra còrsi, è agli antipodi dello “spirito del colonizzato” che alcuni dei nostri leader confondono con il necessario “spirito di responsabilità”.

Una delle priorità dei nostri futuri eletti dovrà essere quella di mantenere viva l’unità nazionale attraverso una democrazia partecipativa viva.
Chiediamo quindi ai còrsi di ritrovare la via della lotta per il riconoscimento dei nostri diritti nazionali e di riappropriarsi della loro identità che troppo spesso oggi si diluisce in una società che sta perdendo i suoi punti di riferimento.

La nostra gioventù in particolare deve ricordare da dove viene, dalle lotte intraprese dagli uomini che l’hanno preceduta, e che l’unica strada da intraprendere è quella che ci condurrà collettivamente alla realizzazione del destino del nostro popolo, a un processo di autodeterminazione che deve portare all’indipendenza della nostra nazione.

A tal fine continueremo a privilegiare l’idea nazionale che i còrsi hanno più volte confermato essere l’elemento unificatore essenziale per guidare la nostra azione.

Continueremo a farlo con tutti coloro per i quali queste priorità prevalgono su tutte le considerazioni di bassa politica, affinché l’interesse nazionale sia definitivamente preservato.

Le nostre scelte attuali vanno in questa direzione.

La vocazione di questa dinamica è di essere amplificata dalla partecipazione senza esclusioni di tutti i còrsi che condividono non solo questo rifiuto di una ‘politichetta’ che abbiamo sempre combattuto perché ha rovinato il nostro paese ma che condividono anche le nostre ambizioni per la Corsica, per lei sola.

Facciamo quindi un appello a tutte le componenti della coalizione “Pè a Corsica” affinché sia riaffermato – e seguito dai fatti – l’accordo che ci lega attorno ad un progetto di costruzione nazionale, affinché il nostro motto “un paese da fà” non rimanga un pio augurio o uno slogan da campagna elettorale ma corrisponda a una realtà tangibile e ineludibile. Per lo stesso motivo chiediamo la riattivazione del Coordinamento Nazionale di “Pè a Corsica”.

Attendiamo con impazienza risposte tempestive al riguardo. È così che a nostro avviso deve essere praticata la vera apertura che unirà le nostre persone attorno a un progetto e a un futuro comuni:

Pè a Corsica, e solo per lei!

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