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Una storia occitana: i cattolici chiedono perdono ai catari. “Perdonatz vòstreis enfants que non sabon çò que fan”.

Sono passati otto secoli dalla sanguinaria crociata contro gli occitani Albigesi. Ma non è mai troppo tardi per chiedere scusa, quantomeno a livello religioso. Il 16 ottobre 2016 può passare alla storia come l’inizio di un processo di riavvicinamento tra fedi.

Il vescovo della cittadina di Pamiers, monsignor Jean-Marc Eychenne, ha scelto l’anno santo della Misericordia indetto da papa Francesco per organizzare un solenne appuntamento per chiedere perdono per le persecuzioni e le torture sofferte dagli eretici Catari d’Occitania.

Monsignor Eychenne

La storica cerimonia, un’iniziativa personale del monsignore e della diocesi locale, si è tenuta presso il paesino fortificato di Montsegur, capitale del catarismo nel XIII secolo. In questo luogo nel marzo del 1244, per ordine del Re di Francia, l’armata crociata di Huges des Arcis attaccò il castello dopo undici mesi di assedio. Ai 225 catari sconfitti venne offerta l’opportunità di salvarsi abiurando alla loro fede. Rifiutarono e vennero bruciati vivi in un campo che ancora oggi viene chiamato Prat de Cremats, il prato degli arsi.

Nelle vicinanze del cippo che ricorda le vittime, a 1200 metri sul livello del mare, si sono riunite centinaia di persone, rappresentanti di varie Chiese e amministratori dello Stato francese. Da quanto si apprende sia il Vaticano che la Conferenza dei vescovi francesi erano a conoscenza e appoggiano l’iniziativa.

Da parte catara le reazioni hanno assunto varie tinte: dall’accoglimento totale a quello parziale che vede l’iniziativa come il primo di una lunga serie di passi di riavvicinamento, passando per coloro i quali pensano che il concetto di perdono non possa essere accettato dagli eredi dei catari in quanto presupporrebbe una posizione di superiorità rispetto ai cattolici.

Se dal punto di vista religioso il cammino del dialogo ha preso il via, il piano politico lascia quantomeno a desiderare. Le politiche culturali dello Stato francese non lasciano alcun tipo di spazio alla Lingua occitana così come le scelte statali sul riordinamento delle amministrazioni locali non riconoscono unitarietà alle realtà territoriali storiche occitane.

La decisione del vescovo Eychenne riapre lo scenario su una porzione di storia europea troppo spesso rubricata tra i casi di mero scontro tra religioni e che invece implica un mastodontico antagonismo culturale, politico, territoriale  e nazionale tra il Nord di cultura e Lingua Oil e il Sud occitano. Dinamica fondativa dell’attuale assetto dello Stato francese.

Un momento della cerimonia di Montsegur [Foto France3]

La crociata contro gli Albigesi fu sì indetta da papa Innocenzo III per annientare l’eresia catara dall’Occitania ma fu appoggiata dalla Corona francese che non si lasciò sfuggire l’occasione per annettersi enormi e ricche porzioni di territorio occitano in una guerra in varie fasi che vide la partecipazione di molti signori del Nord e che portò, dopo una cinquantina di anni, alla totale sconfitta sia dell’eresia che dell’indipendenza occitana.

L’ultima delle crociate rappresenta anche il momento di inizio della decadenza della Lingua occitana.

Le bandiere e i canti nazionali occitani presenti alla cerimonia di Montsegur sicuramente ricordavano anche tutto questo.

Foto in alto: Castello di Montsegur,
simbolo dell'antagonismo storico e culturale
tra Occitania e Francia [Foto La Dépeche]

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