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Val d’Aran, manifestazione in difesa dell’Occitano dagli attacchi del Tribunale Costituzionale spagnolo

La Val d’Aran è un piccolo territorio di Lingua occitana, nella sua varietà Aranese, amministrativamente incluso nella comunità autonoma catalana e quindi attualmente sotto giurisdizione spagnola. Si tratta di un territorio di poco più di 600 chilometri quadrati con una popolazione di circa 10mila abitanti che rappresenta l’unica porzione dell’immenso territorio nazionale occitano in cui la Lingua occitana gode di ufficialità legale.

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Sabato 24 marzo 2018 si è tenuta una manifestazione di qualche centinaio di persone nella capitale della Val d’Aran, Vielha, convocata dall’organizzazione culturale Lengua Viua (Lingua Viva), dal titolo “Er Aranés, era nòsta identitat” (l’Aranese, la nostra identità) per mostrare l’impegno della popolazione aranese per il suo paese e per la sua Lingua. Il motivo principale della convocazione di questa mobilitazione popolare è stato l’annullamento da parte del Tribunale Costituzionale spagnolo del carattere preferenziale della Lingua occitana aranese, nel quadro della coufficialità assieme al Catalano e al Castigliano. Tale specialità dell’Aranese nel trilinguismo era stata sancita nella Legge per l’Occitano voluta nel 2010 dalla Generalitat de Catalunya.

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La bandiera aranese

I governi catalani hanno sempre incentivato la specialità e l’identità culturale e linguistica occitana della Val d’Aran tanto da riconoscere al popolo aranese il diritto all’autodeterminazione nel caso in cui la Catalogna dovesse avere accesso al proprio e dovesse dichiararsi pienamente indipendente dallo Stato spagnolo. Un simbolo di questa sensibilità, di questa reciprocità e di questa coerenza politica dell’indipendentismo catalano sono state le schede elettorali del referendum del 1 ottobre 2017, stampate trilingui – Catalano, Castigliano e Occitano – per i seggi di tutto il territorio nazionale catalano.

Monumento alla Lingua, con la croce occitana

Di tutt’altro avviso il Governo di Madrid che ha prontamente approfittato dell’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione che ha sospeso l’autogoverno catalano per cancellare la Legge che dà carattere preferenziale all’Aranese in Val d’Aran. In estrema sintesi il Tribunale Costituzionale spagnolo ha considerato contrario alla costituzione dare preferenza all’occitano a detrimento delle altre Lingue coufficiali. Pochi giorni fa il ministro spagnolo dell’Educazione, della Cultura e dello Sport, Méndez de Vigo, sollecitato dalla senatrice di Esquerra Republicana de Catalunya Anna Azamar a pronunciarsi in merito a questa vicenda e ai diritti linguistici degli occitani ha scelto il sarcasmo: “il Governo crede che i diritti linguistici degli aranesi sono ben garantiti dalla Costituzione, l’unico pericolo che corrono gli aranesi sono le valanghe”, ha detto alludendo in modo irrispettoso al montano territorio aranese che si sviluppa nel bel mezzo dei Pirenei.

Alla manifestazione hanno preso parte anche alcuni rappresentanti della Generalitat de Catalunya per dare supporto e mostrare l’impegno dell’istituzione verso l’Occitano che deve continuare ad essere Lingua del lavoro, dell’amministrazione, nonché Lingua veicolare nelle scuole. Molte le bandiere aranesi, occitane e indipendentiste catalane presenti. Alcuni cartelli di solidarietà in sostegno dell’ufficialità della Lingua asturiana. La manifestazione ha percorso tutto il centro cittadino della capitale ed è arrivata nei pressi del monumento alla Lingua, davanti al Conselh Generau d’Aran, l’istituzione locale. A conclusione del corteo i manifestanti hanno intonato l’inno aranese “Montanhes Araneses”, versione locale dell’inno occitano “Se Chanta”.

Presente anche il “Sindic d’Aran” – presidente del governo locale – Carlos Barrera: “scendere in strada per manifestare è l’unico modo che abbiamo per dimostrare il nostro disaccordo rispetto alle sentenze del Tribunale Costituzionale spagnolo che in questo caso attacca la nostra Lingua e la nostra identità”.

Una responsabile dell’organizzazione Lengua Viua, Rosa Maria Salgueiro ha chiesto che “se non si può usare il termine ‘preferenziale’ che si prendano i provvedimento necessari affinché l’Aranese sia sempre un passo avanti rispetto alle altre Lingue coufficiali, perché è quella che parliamo più fluentemente”.

Il Governo aranese ha annunciato che farà tutto il possibile per evitare che la sentenza del Tribunale Costituzionale spagnolo abbia effetto e conseguenze pratiche in una realtà culturale e linguistica tutt’altro che paritetica tra le tre Lingue ufficiali.

Il “Consell Permanent de l’Institut d’Estudis Aranesi (IEA) – Acadèmia Aranesa dera Lengua Occitana” ha annunciato che senza “un trattamento preferenziale, senza protezioni che compensino lo squilibrio esistente rispetto alle altre due Lingue ufficiali” l’Aranese è destinato ad una “rapida scomparsa”. La legge abrogata correggeva lo squilibrio in un territorio nel quale più del 50% degli abitanti non vi è nato e non ha l’Occitano della Val d’Aran come Lingua madre”. “Il carattere preferenziale per noi è imprescindibile per assicurare a questa Lingua il suo ruolo di Lingua di coesione sociale e di identificazione territoriale. Nessuno vuole colpire i diritti delle persone che parlano le altre due Lingue ufficiali, perché nessuno le esclude”.

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