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La Scozia si lamenta degli ordini di cattura spagnoli. Il governo e Salmond solidarizzano con la Catalogna.

Il governo scozzese si è lamentato con l’ambasciata spagnola nel Regno Unito per aver diramato gli ordini di cattura europei contro i membri del governo di Carles Puigdemont e contro deputati del Parlamento catalano. Lo ha confermato il ministro della Giustizia di Edimburgo Michael Matheson che ha reso noto che la sua collega agli Affari Esteri, Fiona Hyslop, ha scritto una lettera all’ambasciatore spagnolo a Londra ed ha avuto contatti con la rappresentanza spagnola nel paese.

“Siamo profondamente dispiaciuti che il governo spagnolo abbia fallito nel momento di dialogare con i politici catalani e che la questione ora sia in mano ai giudici”, ha detto Matheson. Nonostante questo il ministro ha voluto sottolineare l’indipendenza del processo giudiziario che si aprirà in Scozia a causa dell’ordine di cattura europeo contro la ministra Clara Ponsatì.

“La questione, ora, è giudiziaria ed è importante che il parlamento ne abbia rispetto”, ha detto il ministro in linea con il comunicato pubblicato nei giorni scorsi dalla prima ministra scozzese Nicola Sturgeon. Il ministro ha voluto ribadire anche il supporto del suo esecutivo al “diritto del popolo Catalano a determinare il suo futuro”.

Il governo scozzese si mostra preoccupato dall’uso che è stato fatto degli ordini di cattura europei per perseguire politici indipendentisti catalani. Di questa posizione verrà informata la Commissione Europea.

Proprio oggi è intervenuto sul tema anche l’ex primo ministro scozzese Alex Salmond che invita ad alzare la voce, a non restare in silenzio, contro la repressione in Catalogna. Il leader accusa l’Unione Europea di un “silenzio colpevole” in relazione alla violenza della polizia del 1 ottobre e crede che sia il parlamento scozzese che il popolo dovrebbero denunciare la situazione in Catalogna.
L’ex primo ministro ha detto di aver conosciuto la ministra catalana Ponsatì, esiliata in Scozia, in una visita a Bruxelles nel passato mese di novembre, quando ha incontrato il presidente Puigdemont. Sulla questione degli ordini di arresto europei inviati dalla Spagna Salmond afferma che li reputa un sistema di “far stare zitti gli oppositori politici. Ha inoltre difeso la “libertà di pensiero” della ministra Ponsatì e ha ricordato che la politica non può intervenire nel processo giudiziario.

La ministra Clara Ponsatí si presenterà nelle prossime ore presso gli organi di giustizia scozzesi che molto probabilmente la porteranno in tribunale. E’ probabile che le vengano inferte misure cautelari in attesa di un’audizione. L’avvocato della ministra, Aamer Anwar, rettore universitario ed esperto di diritto internazionale, vuole “lottare contro il tentativo di estradizione”. Per l’avvocato si tratta di un caso di “persecuzione politica” e denuncia che “non c’è garanzia che i diritti umani di Ponsatì siano rispettati dai tribunali spagnoli”.

Mercoledì 28 marzo 2018, all’uscita dal Tribunale di Edimburgo la ex ministra è stata accolta con grida di supporto e applausi. Vari membri dello SNP e dell’associazione “Catalans for Yes” la aspettavano con bandiere e cartelli “We are with you, Clara”. Secondo l’avvocato Anwar “i reati contestati sono politici, non penali. La versione spagnola dei fatti è una grottesca distorsione della verità in quanto non è credibile che Ponsatì sia responsabile delle violenze del primo ottobre, giorno del referendum giacché gli unici responsabili sono i 6mila poliziotti che hanno assalito la gente per ordine dello Stato”.

Foto in alto: prima pagina del quotidiano scozzese The National del 29 marzo 2018.

 


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